Questa nenia che compare più volte nel ciclo di Dune di Frank Herbert (che consiglio di leggere e rileggere a tutti) mi ha sempre affascinato. Anche se è parte di un romanzo, quindi non obbligatoriamente da prendere come una vera e propria filosofia, mi pare un buon approccio alla paura, che tante volte ci impedisce, più che una cosa concreta, di proseguire nel nostro cammino. Qualche volta mi è capitato, ripensandoci, di dirmi: è inutile che mi dica di non avere paura di una tal cosa, non faccio altro che dilazionarne la fine. Me ne faccio scorrere addosso la paura, e poi si va avanti.
Provare per credere!
Non devo avere paura.
La paura uccide la mente.
La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò.
Provare per credere!
Non devo avere paura.
La paura uccide la mente.
La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò.
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