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Citazione di frère Roger

Riceviamo ogni giovedì, ormai da oltre 2 anni, ovvero dalla GMG di Colonia, una copia di Avvenire. Mentre salgo le scale mi leggo sempre il trafiletto in alto. Oggi ho trovato citata una riflessione di frère Roger Shutz, fondatore della comunità di Taizé. La ripropongo qua, perché la trovo molto bella.

Da Avvenire.it del 4 Ottobre 2007


LA FIDUCIA
GIANFRANCO RAVASI

Riposare il proprio cuore in Dio, lasciarsi galleggiare sulle acque sicure, amare la vita così come si presenta, col suo corteo di asperità.
Dare, senza contare gli anni che ci restano da vivere… L’essenziale, di fronte a chiunque,­sempre il comprendere tutto di lui e, quando si riesce a comprendere l’altro,una festa.

Due sono i sentimenti che sbocciano da queste righe, desunte da un libretto che raccoglie
100 pagine di frère Roger Schutz (CittàNuova), il fondatore della comunità ecumenica di Taizé, morto lo scorso anno accoltellato da una squilibrata, mentre stava pregando.
Innanzitutto c’è il tema della fiducia, una virtù rara in questi tempi così sospettosi e inquieti. L’abbandono a Dio, anche nel giorno della tenebra, milita contro le nostre manovre di salvezza, le furbizie, la ricerca del "tutto subito"­, questa, una qualità dell’anima che si
acquista con un esercizio coraggioso di distacco, di semplicità, di purezza interiore, proprio com'è ­stato testimoniato dal santo di questa giornata, Francesco d’Assisi.
C’è, poi, un altro sentimento che affiora dalle parole di frère Roger ed è quello della fiducia nel prossimo, della generosità, soprattutto cercando di mettersi dall’angolo di visuale dell’altro, tentando di comprenderlo in profondità, questo, il vero dialogo, l’incontro, la solidarietà e chi riesce a vivere la propria esistenza con un simile atteggiamento può veramente confessare che essa diventa ­una festa. Cadono le paure, si superano le grettezze, si ottiene la sapienza, si gusta la serenità. C’è un bellissimo proverbio indiano che ci ammonisce così :Ciò che non viene donato va perduto. Donarsi con fiducia a Dio e al prossimo è ­un trovare cento volte tanto.

Commenti

Alleluja ha detto…
Caro Stefanino,

a noio che non piacevano coloro che lo idolotravano, a noi ci piaceva il notro frère Roger perchè sapeva di Vangelo(buona notizia) e aspetatre di anno in anno le sue lettere era un nutrirsi di fiducia ed apriva i nostri confini facendoli davvero essere ecumenici.

Gesù il Cristo nostra luce interiore...


Ciao!

Fulvio
Giako ha detto…
Pensare a quando arrivavo agli incontri internazionali e all'attesa, in mezzo alle altre emozioni, di conoscere il contenuto delle Lettere, mi fa vivere belle sensazioni. E quella fatica di andare oltre la semplice lettura "di fila" del testo, che, a un lettore poco attento, poteva sembrare che tutte le lettere fossero una uguale all'altra. E invece quanti tesori "nascosti" vi ho trovato dentro, anche nel confronto con gli altri che venivano toccati nel loro cuore in maniera diversa da me.

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